Arqueo-Cuba un progetto salvifico di cooperazione internazionale tra Cuba e Italia

Autore: Ms.C. Leonel Pérez Orozco

L’archeologia è una delle discipline professionali più conosciute alla quale l’uomo si dedica da più di 150 anni. La sua popolarità è dovuta al fascino suscitato, in ogni tempo e generazione, dalla scoperta di tesori nascosti da secoli e dalla rivelazione di avvenimenti storici sconosciuti o dimenticati dalla storiografia, che vengono alla luce oggi con la stessa forza con cui furono concepiti o realizzati in passato.

La ricchezza archeologica di un territorio può essere oggi compromessa dai cambiamenti climatici, che spostano coste, paludi e deserti, provocando la perdita del patrimonio accumulato negli anni in un luogo costiero o fluviale.

Archeo-Cuba, Italia-Cuba, realizzato da ARCS Cultura Solidarietà, Università della Sapienza di Roma, Agenzia Italiana per la Cooperazione, Comune di San Felice di Circeo, Ministero dei Beni culturali italiano, Ufficio per la cooperazione Internazionale dell’Ufficio dello Storico dell’Avana e l’Ufficio di Cooperazione e Relazioni Internazionali della Curia di Matanzas, hanno concordato di realizzare un progetto tra le città dell’Avana e Matanzas, sulla costa nord occidentale dell’arcipelago cubano, mirato al salvataggio dei siti archeologici siti in pericolo di scomparse minacciati dai cambiamenti che inesorabilmente avanzeranno nel corso del XXI secolo.

Per realizzare quest’opera di salvataggio sono stati previsti diversi interventi archeologici a Matanzas e nel suo Centro Storico:

  • Completamento degli scavi iniziati e diretti dall’archeologo Ricardo Viera Muñoz nel 2009 della Chiesa Fondatrice della Città di Matanzas
  • Casa dell’Amoedo al centro 23. Progetto Adolescenti per Matanzas
  • Sito archeologico aborigeno di La Cabaña a Limonar, Matanzas.

Gli scavi in questo luogo, iniziati dall’archeologo Ricardo Viera Muñoz nel 2009, hanno mostrato come conclusioni generali l’ubicazione dei resti costruttivi della prima chiesa che iniziò ad essere costruita nei documenti di fondazione della città di Matanzas il 12 ottobre 1693. Migliaia di frammenti di reperti archeologici appartenenti a vasellame in maiolica, numerose frazioni di vetro utilitario, resti metallici di vari uso e provenienza, numerosi residui di vasellame utilitario del XIX secolo, diverse pipe fittili e di terracotta e un gran numero di tracce di fiori di forchetta che furono aperte nella roccia strutturale del luogo per insediarvi i pilastri lignei che sorreggevano la chiesa fondatrice.

Negli ultimi scavi realizzati dal progetto Arqueo-Cuba e diretti dal direttore del Gabinetto Archeologico dell’Ufficio del Conservatore di Matanzas, Dott. Cándido Santana, sono state completate le aree pendenti da scavare e furono restaurati più di 30 reperti archeologici estratti nella campagna effettuata nel 2009.

La famiglia Amoedo arrivò a Matanzas nei primi anni della fondazione della città, con grandi ricchezze, acquisendo il terreno di fondazione concesso da Sua Maestà Carlo II di Spagna alla famiglia Guerrero, situato in un angolo centrale della città, terreno dove venne edificato nel 1860 l’edificio monumentale di Bea-Bellido y Compañía, tuttora esistente.

La casa Amoedo è la prima casa in muratura con tetto in tegole costruita in città, che nel 1730 resistette agli attacchi del presunto uragano di quell’anno che distrusse la primitiva chiesa fondatrice, trasferendovi gli ornamenti e le forme consacrate e assumendo la celebrazione di messe durante il tempo che durò la ricostruzione della primitiva chiesa. Finalmente, dopo poco tempo, i sacerdoti cominciano a costruire una solida costruzione ecclesiastica nella piazza cittadina antistante la sede della prima. Il terreno è abbandonato per l’istallazione di altri usi edilizi.

A culmine di questo atto di carità cristiana, il re di Spagna concesse alla famiglia il primo scudo nobiliare di Matanzas, che divenne la prima manifestazione lapidaria della città, oltre a concedere il privilegio di convertire questa residenza nella “Casa delle Catene”.

Le indagini condotte dagli archeologi Johanset Orihuela León e Ricardo Viera Muñoz tra il 2009 e il 2018 hanno portato alla localizzazione della casa Amoedo, scomparsa tra il 1840 e il 1850. L’équipe archeologica dell’Ufficio del Conservatore e il Dottore Cándido Santana hanno completato la localizzazione fisica della vecchia casa e nella zona iniziarono gli scavi archeologici.

Dai risultati sono emersi centinaia di frammenti di maioliche e lastre appartenenti a vasellame dei secoli XVIII e XIX, le latrine della casa e le aree delle discariche di rifiuti. Gli archeologi del Gabinetto hanno restaurato 23 pezzi archeologici, completando un set di piatti in maiolica e diversi contenitori in vetro.

Infine, nell’ambito del progetto Arqueo-Cuba, sono state completate le prime campagne archeologiche del sito aborigeno “La Cañada” nell’area rurale circostante la città di San Juan.

I siti di abitazione e focolare sono stati rinvenuti con il rinvenimento del percorso dall’abitato al focolare dove veniva cucito il cibo, una grande quantità di ceramiche aborigene, numerosi resti di dieta ed elementi della sovrastruttura culturale come pendenti di collane, strumenti di lavoro e un bellissimo idolo scolpito nell’arenaria che si è rivelato il pezzo più importante di questa prima campagna.

Il progetto Arqueo-Cuba prevede la gestione e la costruzione del museo della Chiesa Fondamentale e del museo, laboratorio di ceramica aborigena e centro visitatori del sito archeologico di La Cañada, con l’inclusione delle scuole primarie locali nella gestione del centro e benefici occupazionali per le persone della comunità locale, tutto questo come culmine del progetto per Matanzas.

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