Siti Unesco e overtourism, l’importanza della gestione dei flussi

Venezia. Foto: Pixabay/garten-gg

Il riconoscimento di Sito Unesco è ormai diventato una sorta di marchio turistico, che rappresenta un’opporunitià, ma anche una sfida. Un tema su cui, a TTG Travel Experience, si sono confrontati Chiara Astolfi direttrice di Visit Romagna, Mariangela Busi referente per Mantova e Sabbioneta Patrimonio Mondiale, comune di Mantova, Stefan Marchioro funzionario della Direzione Turismo della Regione Veneto, Nadia Pasqual Media Relations & PR Italia Jordan Tourism Board, Maria Giuseppina Ruggiero, direttrice per la DRMN-LOM dei quattro siti della Valle Camonica e Francesco Topinassi direttore di Toscana Promozione Turistica e Direttore Scientifico di Bto.

“Per alcuen destinazioni il riconoscimento di Sito Unesco è anche un pericolo legato al sovraffollamento” ha rilevato il direttore di Finestre sull’Arte Federico Giannini.

“Ci sono siti che non hanno bisogno di protezione, ma il problema è quello di tutelare un sito come Petra, che soffre da anni il sovraffollamento” ha detto Pasqual. “In Giordania – ha aggiunto – ci sono altri siti interessanti dal punto di vista culturale e il tema della gestione dei flussi è fondamentale”.

Per Astolfi è necessario trovare un equilibrio tra l’attrarre nuovi turisti e la tutela dei siti, attivando collaborazioni con le città e i territori. “Ci sono un sacco di siti Unesco di cui non si parla mai, siamo di fronte a un giacimento inesplorato” ha sottolineato Tapinassi elencando anche alcuni siti della Toscana poco conosciuti. Per Marchioro, invece, la vera sfida è quella “di creare consapevolezza e integrare la programmazione strategica di una destinazione con l’offerta dei Siti Unesco”. Dello stesso parere Busi e Ruggiero, che sostengono l’importanza di avere uno sguardo condiviso, attento alla tutela e che può generare opportunità di sviluppo del territorio e del settore.

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